medici

A cura dell’Avv. Herman Altomare

Nella terribile crisi, sanitaria, sociale ed economica, innescata dalla pandemia da COVID 19, che ha e sta travolgendo tutto il mondo (senza esclusione di colore, razza, credo religioso e politico), mettendone in discussione fondamenta, stili e filosofie di vita, tutti abbiamo e stiamo apprezzando ed elogiando l’impegno, l’abnegazione ed il coraggio dei medici impegnati nella lotta al “nemico”, mandati a combattere e a morire senza armi e difese da sistemi sanitari nazionali ed internazionali impreparati e, talvolta, addirittura miopi e superficiali.
Nello stesso periodo, però, con l’aumentare dei morti e l’emergere delle inefficienze degli apparati politici, amministrativi e burocratici, si sta registrando un altro fenomeno: Gli uffici degli ospedali, delle RSA e delle ASP/ASL/AST (…….o come si chiamano a seconda della Regione, a riprova di un impazzimento non solo gestionale ed organizzativo, ma anche lessicale) sono intasati dalle richieste dei parenti di copia delle cartelle cliniche dei loro cari deceduti.

E perché mai queste persone, in questo momento, mentre ancora piangono i loro morti, si affrettano a richiedere tale documentazione?

Per noi avvocati la risposta è ovvia: La cartella clinica è il presupposto indispensabile per avviare le azioni di responsabilità professionale medica, tanto in sede penale che civile.

E allora la domanda sorge spontanea, rafforzata anche da campagne pubblicitarie da parte di studi legali stigmatizzate anche da numerosi Ordini degli avvocati territoriali: non è che ci stiamo preparando a fare guerra ai nostri “Angeli” per ottenere “Giustizia” e…. congrui risarcimenti economici?

Perché, a legislazione invariata, il conseguimento degli obiettivi di “Giustizia” e “Ristoro dei danni” passa ineludibilmente per la chiamata in causa, non solo delle strutture sanitarie (Ospedali, ASP/ASL/AST, RSA ecc…), ma anche dei medici e degli operatori tutti coinvolti in ogni singolo caso.
Ora se è giusto e sacrosanto che se errori ci sono stati (e ci sono stati) nella gestione delle risorse, nell’approvvigionamento dei materiali, nella direzione delle operazioni, nella tempestività degli interventi, degli stessi rispondano chi li ha commessi (Amministratori, manager, burocrati ecc…..), ma senza coinvolgere e chiamare in causa, i medici ed gli operatori sanitari tutti, che, ricordiamo, a causa di tali errori, hanno pagato anche un alto prezzo personale, visto l’elevato numero di morti che si sono registrati tra di loro (In Italia ad oggi sono circa 130 i medici morti ed decine gli infermieri, mentre un recente studio ha stimato che in Europa ogni cento morti da COVID 19 13 erano operatori sanitari ed in massima parte medici).

Nell’auspicare, quindi, che possa esserci un intervento legislativo che sancisca tale realtà e consacri in atti concreti di riconoscimento legale i fiumi di parole di elogio spese e che continuano a spendersi per gli “Angeli” delle corsie, senza, naturalmente, trasformarsi in un colpo di spugna per il sistema sanitario ed i suoi responsabili nazionali e locali – laddove si accerti che le morti (comprese quelle dei medici) siano imputabili a loro errori, inefficienze e/o superficialità – credo che su noi avvocati gravi, comunque, la grave responsabilità di saper discernere il giusto …… dallo sciacallaggio………

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