bimbo cuore

A cura dell’Avv. Pasqualino Maio, vicesindaco del comune di Torano Castello

Il Governo Italiano con il DPCM del 28/03/2020, pubblicato in data 29/03/2020, ha stanziato la somma di 400 milioni per le famiglie che versano in difficoltà economiche a causa della crisi di liquidità dovuta all’epidemia di Covid-19.

Grazie alla somma stanziata sono stati introdotti buoni spesa dal valore massimo di 300 euro per nucleo familiare che saranno assegnati una tantum (quindi una sola volta).

La suddetta somma viene suddivisa tra i 7914 Comuni Italiani secondo i tempi e le modalità indicate nell’ordinanza della Protezione Civile n. 658 del 29 marzo 2020.

Tale ordinanza all’art. 1 stabilisce che il Ministero dell’interno, entro il 31 marzo 2020, disporrà il pagamento dell’importo pari ad euro 400 milioni in favore dei Comuni, mentre l’art 2 prevede che:

  • la somma pari a 400 milioni verrà suddivisa in due parti. Una quota pari all’80% (320 milioni) è ripartita in proporzione alla popolazione residente in ciascun comune e una quota pari al 20% (80 milioni) è assegnata in base alla distanza tra il valore del reddito pro capite di ciascun comune e il valore medio nazionale, ponderata per la rispettiva popolazione.
    In entrambi i casi nessun comune può ricevere un importo inferiore a 600 euro.
  • I comuni sono autorizzati all’acquisto dei buoni spesa presso gli esercizi commerciali inseriti nell’elenco da loro pubblicato nel proprio sito istituzionale.
  • Gli acquisti che si possono fare con i buoni spesa sono esclusivamente quelli di generi alimentari o prodotti di prima necessità.
  • L’ufficio dei servizi sociali di ciascun comune individua la platea dei beneficiari ed il relativo contributo tra i nuclei familiari più esposti agli effetti economici derivanti da Covid – 19 e tra quelli in stato di bisogno, per soddisfare le necessità più urgenti ed essenziali con priorità per quelli non già assegnatari di sostegno pubblico.

Pertanto non sarà affatto semplice per gli uffici comunali preposti, in un breve lasso di tempo, individuare le famiglie che hanno diritto al buono spesa, tra quelle più bisognose tenendo in debito conto quelle che già godono di misure di sostegno pubblico (quali ad es. Il reddito di cittadinanza).

È bene sottolineare che la somma pari a 4.3 miliardi di euro, che lo stato anticiperà ai Comuni, in realtà, altro non è che la prima rata del Fondo di solidarietà comunale che lo stato stesso ogni anno trasferisce ai comuni e che oggi viene anticipata (da Maggio ad Aprile), senza apportare, di fatto, un maggiore introito nelle cassi comunali.
A tal proposito, occorre evidenziare che il Fondo di solidarietà comunale viene alimentato anche dagli stessi Comuni attraverso il versamento di una quota IMU, che va a confluire direttamente nelle casse dello Stato.

Il Governo italiano con queste ultime misure, ha, come quelle varate in precedenza, mirato ad arginare la drammatica situazione economica in cui cominciano a trovarsi molte famiglie italiane, cercando di evitare che il malessere sociale possa via via sfociare in comportamenti estremi.

Tutti i Provvedimenti adottati, certamente, non possono essere considerati risolutivi e pertanto, ci auguriamo che il Governo italiano si impegni, già da ora, nell’individuare una politica economica in grado di contrastare una (più che probabile) crisi di liquidità, e soprattutto che sia in grado di far ripartire l’intera economia nazionale all’indomani del superamento dell’epidemia.

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